Sei Premi Nobel per l’economia, di diverse ideologie, ci dicono tutti
la stessa cosa: l’Euro e’ una patacca
insostenibile.
Gli ultimi due ad aggiungersi
alla lista di Nobel che sostengono cio’ sono James Mirrless e Christopher
Pissarides. Tra un po’ rischiamo di perdere il conto.
-Partiamo da Paul Krugman che ci spiega perche’:
“L’euro è campato
in aria”
… penso che l’euro fosse un’idea sentimentale, un bel simbolo di unità
politica. Ma una volta abbandonate le valute nazionali avete perso
moltissimo in flessibilità. Non è facile rimediare allaperdita di
margini di manovra. In caso di crisi circoscritta esistono due rimedi: la
mobilità della manodopera per compensare la perdita di attività e soprattutto
l’integrazione fiscale per ripianare la perdita di entrate. Da questa
prospettiva, l’Europa era molto meno adatta alla moneta unica rispetto agli
Stati Uniti. Florida e Spagna hanno avuto una stessa bolla immobiliare e
uno stesso crollo. Ma la popolazione della Florida ha potuto cercare lavoro in
altri stati meno colpiti dalla crisi. Ovunque l’assistenza sociale, le
assicurazioni mediche, le spese federali e le garanzie bancarie nazionali sono
di competenza di Washington, mentre in Europa non è così.
…l’Europa sarà
sempre fragile. La sua moneta è un progetto campato in aria e lo resterà fino
alla creazione di una garanzia bancaria europea. … Ricordiamoci però una
cosa: l’Europa non è in declino. È un continente produttivo e dinamico. Ha
soltanto sbagliato a scegliersi la propria governance e le sue istituzioni di
controllo economico, ma a questo si può sicuramenteporre rimedio.
-Passiamo a Milton Friedman, che gia’ nel 1998 spiegava che la Moneta Unica e’ un Soviet e Bruxelles e Francoforte prenderanno il posto del Mercato
Niente di sbagliato, in generale, a volere un’unione monetaria. Ma in
Europa c’e’ gia’ ed e’ quella esistente di fatto tra Germania, Austria e Paesi
del Benelux. Niente vieta che, se ci tiene, l’Italia aderisca a quella. Il
resto e’ una costruzione non democratica“.
Piu’ che unire, la moneta unica crea problemi e divide. Sposta in politica
anche quelle che sono questioni economiche. La conseguenza piu’ seria, pero’, e’
che l’euro costituisce un passo per un sempre maggiore ruolo di regolazione da
parte di Bruxelles. Una centralizzazione burocratica sempre
piu’ accentuata. Le motivazioni profonde di chi guida questo progetto e pensa che
lo guidera’ in futuro vanno in questa direzione dirigista.….
…Ma non vedo la flessibilita’ dell’economia e dei salari e
l’omogeneita’ necessaria tra i diversi Paesi perche’ sia un successo. Se
l’Europa sara’ fortunata e per un lungo periodo non subira’shock esterni,
se sara’ fortunata e i cittadini si adatteranno alla nuova realta’, se sara’
fortunata e l’economia diventera’ flessibile e deregolata, allora tra 15 o 20
anni raccoglieremo i frutti dati dalla bendizione di un fatto positivo.
Altrimenti sara’ una fonte di guai“.
Cosa prevede succedera’? Una riduzione della liberta’ di
mercato. A Francoforte siedera’ un gruppo di banchieri centrali che
decidera’ i tassi d’interesse centralmente. Finora, le economie, come quella
italiana, avevano una serie di liberta’, fino a quella di lasciar muovere il
tasso di cambio della moneta. Ora, non avranno piu’ quell’opzione. L’unica
opzione che resta e’ quella di fare pressione sulla Ue a Bruxelles perche’
fornisca assistenza di bilancio e sulla Banca centrale europea a Francoforte
perche’ faccia una politica monetaria favorevole. Aumenta cioe’ il peso dei
governi e delle burocrazie e diminuisce quello del mercato. Sarebbe meglio
fare come alla fine del secolo scorso, quando, col Gold Standard, l’Europa
aveva gia’ una moneta unica, l’oro: col vantaggio che non aveva bisogno di una
banca centrale.
…Quello che c’e’ da
dire sul mercato unico, piuttosto, e’ che e’ reso piu’ complicato proprio
dall’Unione monetaria che rende piu’ difficili le reazioni delle economie, toglie
loro strumenti e le rende piu’ dipendenti dalle burocrazie”.
-Passiamo a Joseph Stiglitz, che ci spiega che l’Euro, o cambia oppure è meglio lasciarlo morire
Il progetto europeo, per quanto idealista, è sempre stato un impegno
dall’alto verso il basso. Ma incoraggiare i tecnocrati a guidare i vari paesi
è tutta un’altra questione, che sembra eludere il processo democratico,
imponendo politiche che portano ad un contesto di povertà sempre più
diffuso.
Mentre i leader europei si nascondono al mondo, la realtà è che gran parte
dell’Unione europea è indepressione. La perdita di produzione in Italia
dall’inizio della crisi è pari a quella registrata negli anni ’30. …
…La realtà tuttavia è che la cura non sta funzionando e non c’è alcuna
speranza che funzioni; o meglio che funzioni senza comportare danni peggiori di
quelli causati dalla malattia….. L’Europa ha bisogno di un maggiore
federalismo fiscale e non solo di un sistema di supervisione
centralizzato dei budget nazionali. ….E’ poi necessaria un’unione
bancaria, ma deve essere una vera unione con un unico sistema di
assicurazione dei depositi, delle procedure risolutive ed un sistema di
supervisione comune. Inoltre, sarebbero necessari gli Eurobond o
uno strumento simile.
I leader europei riconoscono
che senza la crescita il peso del debito continuerà a crescere e che le sole
politiche di austerità sono una strategia anti-crescita. Ciò nonostante, sono
passati diversi anni enon è stata ancora presentata alcuna proposta di una
strategia per la crescita sebbene le sue componenti siano già ben note, ovvero
delle politiche in grado di gestire gli squilibri interni dell’Europa e
l’enorme surplus esterno tedesco che è ormai pari a quello della Cina (e più
alto del doppio rispetto al PIL). In termini concreti, ciò implica un aumento
degli stipendi in Germania e politiche industriali in grado di promuovere le esportazioni e la produttività nelle
economie periferiche dell’Europa.
Quello che non può funzionare, almeno per gran parte dei paesi
dell’eurozona, è una politica di svalutazione interna (ovvero una riduzione
degli stipendi e dei prezzi) in quanto una simile politica aumenterebbe il peso
del debito sui nuclei familiari, le aziende ed il governo (che detiene un
debito prevalentemente denominato in euro).
I leader europei continuano a promettere di fare tutto il necessario per
salvare l’euro. La promessa del Presidente della Banca Centrale Europea, Mario
Draghi, di fare “tutto il necessario” ha garantito un periodo di tregua
temporaneo. Ma la Germania si è opposta a qualsiasi politica in grado
di fornire una soluzione a lungo termine tanto da far pensare che sia
sì disposta a fare tutto tranne quello che è necessario.
E’ vero, l’Europa ha bisogno di riforme strutturali come insiste chi
sostiene le politiche di austerità. Ma sono le riforme strutturali delle
disposizioni istituzionali dell’eurozona e non le riforme all’interno dei
singoli paesi che avranno l’impatto maggiore. Se l’Europa non si decide a voler
fare queste riforme, dovrà probabilmente lasciar morire l’euro per salvarsi.
L’Unione monetaria ed
economica dell’UE è stata concepita come uno strumento per arrivare ad un fine
non un fine in sé stesso. L’elettorato europeo sembra aver capito che, con le
attuali disposizioni, l’euro sta mettendo a rischio gli stessi scopi per cui è
stato in teoria creato.
-Passiamo ad Amartya Sen, con la recente intervista “Che orribile idea l’euro”«….. Mi preoccupa molto di più quello che succede in Europa, l’effetto
della moneta unica. Era nata con lo scopo di unire il continente, ha finito per
dividerlo».«L’euro è stato un’idea
orribile. Lo penso da tempo. Un errore che ha messo l’economia europea
sulla strada sbagliata. Una moneta unica non è un buon modo per
iniziare a unire l’Europa. I punti deboli economici portano animosità
invece che rafforzare i motivi per stare assieme. Hanno un effetto-rottura invece che di legame. Le
tensioni che si sono create sono l’ultima cosa di cui ha bisogno l’Europa. ….».«Quando tra i diversi Paesi hai differenziali di crescita e di
produttività, servono aggiustamenti dei tassi di cambio. Non potendo farli, si
è dovuto seguire la via degli aggiustamenti nell’economia, cioè più
disoccupazione, la rottura dei sindacati, il taglio dei servizi sociali. Costi
molto pesanti che spingono verso un declino progressivo».«È successo che a quell’errore è stata data la risposta più facile e più
sbagliata, si sono fatte politiche di austerità. L’Europa ha bisogno di
riforme: pensioni, tempo di lavoro, eccetera. E quelle vanno fatte, soprattutto
in Grecia, Portogallo, Spagna, Italia. Ma non hanno niente a che fare con
l’austerità. È come se avessi bisogno di aspirina ma il medico decide di
darmela solo abbinata a una dose di veleno: o quella o niente. No, le riforme
si fanno meglio senza austerità, le due cose vanno separate».«La Germania ha
sicuramente beneficiato della moneta unica. Oggi abbiamo un euro-marco
sottovalutato e una euro-dracma sopravvalutata, se così si può dire. Ma non
credo che ci sia uno spirito del male tedesco. Non ci sono malvagi in questa
cosa terribile che sta succedendo. È che hanno sbagliato anche i tedeschi. E si
è finiti con la Germania denigrata. ….».
E’ il turno di James Mirrless, che nel suo
intervento a Venezia all’Auditorium Santa Margherita per il ciclo ‘Nobels
colloquia 2013′ dell’Università Ca’ Foscari, ha testualmente detto che “all’Italia conviene uscire dall’Euro subito”
«Non voglio suggerire politiche
per mutare la situazione attuale e mi sento a disagio nel fare raccomandazioni
altisonanti, perché non ho avuto il tempo di valutarne le conseguenze. Però,guardando
dal di fuori, dico che non dovreste stare nell’euro, ma uscirne adesso».
«L’uscita dall’euro non
risolverebbe in automatico i problemi dell’Italia, visto che, ad esempio,
rimarrebbero le questioni derivanti dalle politiche adottate dalla Germania. Ma
non è comunque corretto collegare le conseguenze di un’eventuale uscita da Eurolandia
al venir meno della lealtà e fedeltà come membri dell’Unione europea. Finché
l’Italia resterà nell’euro non potrà espandere la massa di moneta in
circolazione o svalutare: ecco perché si impone la necessità di decidere se
rimanere o meno nella moneta unica, questione non facile da dirimere, perché la
gente toglierà il denaro dai conti in banca prima che questo accada.
Probabilmente, dovreste sostenere il costo di un’eventuale uscita, come
avvenuto in Gran Bretagna (che non ha mai abbandonato la sterlina), ma dovete
essere pronti a pagare questo prezzo».
«Se l’Italia tornasse in grado di svalutare ci sarebbe sicuramente la
possibilità di arricchirsi per chi togliesse in tempo i soldi dalle banche; ma,
per la Gran Bretagna, è valsa la pena, perché poi ha avuto un andamento
economico soddisfacente”. ”Tutto ciò non comporta automaticamente l’aumento o
la riduzione della pressione fiscale. Però, in una certa misura, raccomanderei
misure di sostegno ai redditi, per aumentare il potere d’acquisto della popolazione.
Ma solo temporaneamente”. ”Se l’Italia dovesse uscire
dall’euro alcuni grossi problemi continuerebbero ad esistere, perché la
Germania continua a mantenere i livelli dei prezzi troppo bassi. E, se la
Germania continuerà questo atteggiamento, cosa che non intende cambiare, anche
per l’Italia continuerebbero le difficoltà di oggi».
«Uscire dall’Euro significa
fuggire, la crisi si può affrontare resistendo ad essa e combattendo, ma i
Paesi che scelgono di combattere lo facciano considerando anche l’opzione della
fuga. Mi sento però a disagio, come persona esterna, nell’offrire
soluzioni, anche perché mi chiedo se abbiate abbastanza manager
economici in grado di mettere in atto e gestire l’espansione che potrebbe
esserci».
-E passiamo ora a Christopher
Pissarides, nobel per l’economia nel 2010, presidente del new
Centre for Macroeconomics che dichiara “Abbandonare
l’Euro” dopo esserne stato nel passato un fautore
«L’Unione Monetaria ha creato una generazione persa di giovani
disoccupati e dovrebbe essere dissolta». «Sono completamente stato
ingannato. Allora, l’euro sembrava una grande idea, ma ora ha prodotto
l’effetto contrario di quello che si aveva in mente ed ha bloccato crescita e
la creazione del lavoro. In questo momento sta dividendo l’Europa e la
situazione attuale non è sostenibile».
«L’Euro divide l’Europa e la sua fine e’ necessaria per ricreare quella
fiducia che le nazioni europee una volta avevano l’una all’altro. Non
andremo da nessuna parte con l’attuale linea decisionale ed interventi ad hoc
sul debito. Le politiche perseguite ora per
salvare l’euro stanno costando all’Europa lavori e stanno creando una
generazione persa di giovani laureati. Non certo quello che i padri costituenti
avevano in mente».
CONCLUSIONI
Che’ l’EURO fosse un esperimento destinato al fallimento, c’era chi ce lo
diceva gia’ nel 1971: L’Economista Kaldor nel 1971 spiegava con precisione
millimetrica il perche’ l’Euro avrebbe fatto collassare il sistema
I nostri lettori sanno gia’ le ragioni della crisi: Esclusiva – L’Intervista in forma integrale
all’economista Alberto Bagnai – Euro e Crisi
Abbiamo visto che ogni studio ci dice che un ritorno a Valuta Nazionale e’
conveniente per l’Italia ( Esclusiva simulazione di cosa accadrebbe con Euro (con e
senza austerity) e senza Euro ), ed un pessimo affare per
la Germania ( Nove studi e
rapporti a confronto sul break-up dell’Euro ).
Abbiamo analizzato il perche’ della Crisi ( Capire la Crisi dell’Europa in 80 slides ),
spiegato perche’ all’italia conviene uscire ( EURO:
Analisi di dettaglio del perche’ all’Italia conviene uscire ),
analizzato la svalutazione del 1992 ( Analisi della Svalutazione del 1992-1995 )
e spiegato perche’ necessario farne un’altra in termini difensivi (La necessità di una bella svalutazione difensiva ).
Abbiamo demolito una per una le argomentazioni dei fautori dell’EURO ( Fact Checking alle argomentazioni pro-euro: smontiamole
una ad una ).
Infine abbiamo
spiegato cio’ che i Nobel hanno ribadito, cioe’ che l’Euro e’ il vero nemico
dell’Europa ( Meglio
l’Europa o l’Euro ? ), e spiegato perche’ alla fine il
Leviatano Sovietico-Burocratico crollera’ (Ecco perche’ la DISGREGAZIONE dell’EURO e’ lo scenario
piu’ probabile).
Fonte: Scenarieconomici.it
Fonte: Scenarieconomici.it
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